Il corso affianca all’antropologia museale e del patrimonio culturale, l’antropologia dell’arte (sia tradizionale che contemporanea) con un’attenzione specifica al campo delle professioni creative.
Il corso proposto inoltre rappresenta un ulteriore contributo, specificamente antropologico, alle attività promosse a livello di Ateneo, con la creazione del Centro dei Beni culturali (di cui anche chi scrive fa parte).
Il corso di perfezionamento di cui qui si richiede l’attivazione è stato progettato per rispondere all’interesse crescente per l’arte, i musei e i beni culturali materiali e immateriali che viene dall’interno dell’antropologia, ma anche per soddisfare la domanda diffusa di competenze antropologiche che viene da altre discipline e dal mondo delle professioni creative (mondo dell’arte contemporanea, studi di architettura, design, pubblicità, moda, produzione di beni e servizi a driver creativo, come nel caso del settore turistico).
A partire da queste premesse le questioni inerenti la preservazione, tutela e trasmissione dei beni demoetnoantropologici e del patrimonio culturale, verranno trattate, non solo con lo sguardo rivolto al passato, ma anche ponendo attenzione al presente e al futuro, evidenziando:
1) la dimensione economica e politica dei processi di patrimonializzazione della cultura e di costruzione della memoria sociale;
2) i modi in cui innovazione, creatività e invenzione culturale generano quelle pratiche e artefatti che sono poi suscettibili di patrimonializzazione;
3) la trasformazione dei musei delle culture contemporanei da custodi delle vestigia degli Altri a centri dinamici di progettazione culturale nel contesto di società multietniche e postcoloniali, in cui il patrimonio culturale diviene oggetto di contesa, nell'ambito di "politiche del riconoscimento" e rivendicazioni identitarie.